Un viaggio di trasformazione: la mia esperienza di coaching in un’azienda familiare

La telefonata che ha cambiato tutto

Ricordo con chiarezza la chiamata del Sig. Toscani. La sua voce trasmetteva un misto di preoccupazione e speranza: “Nella mia azienda non comunichiamo, non ci parliamo. Ho bisogno di confrontarmi con i miei figli, di condividere con loro le responsabilità e le scelte. Abbiamo margini di miglioramento, sia a livello organizzativo che produttivo. Può aiutarci?”

Il mio interlocutore si aspettava una consulenza tradizionale, ma io potevo offrirgli molto di più: un percorso che avrebbe permesso all’azienda di trovare le risposte dentro di sé, non di riceverle dall’esterno.

Il contesto: un’azienda a conduzione familiare

L’azienda Toscani è guidata da Antonio, il fondatore, affiancato dalla moglie Patrizia e dai figli Andrea e Marco. Il business è in crescita, ma il clima interno è teso: i ruoli non sono ben definiti, la comunicazione è frammentata e Antonio fatica a farsi riconoscere come leader. Il suo obiettivo? Creare un’organizzazione più solida e preparare i figli a prendere in mano l’azienda.

Le prime difficoltà

Fin dai primi incontri è emersa una dinamica tipica delle aziende familiari: la difficoltà nel separare il ruolo professionale da quello familiare. Antonio era il capo, ma anche il padre. Patrizia gestiva la produzione, ma anche le relazioni con i figli. Marco e Andrea oscillavano tra il ruolo di figli/dipendenti e quello di eredi/futuri manager. Questo creava tensioni, incomprensioni e una certa resistenza al cambiamento.

Un nuovo metodo di lavoro

Abbiamo deciso di istituire riunioni settimanali per migliorare la comunicazione e condividere le decisioni strategiche. Durante queste sessioni di team coaching, i membri dell’azienda hanno iniziato a confrontarsi apertamente, a definire ruoli più chiari e a prendere decisioni più consapevoli.

Uno degli aspetti più potenti è stato il lavoro sulla vision condivisa: “Tra cinque anni l’azienda sarà gestita dai giovani.” Questa immagine ha creato un punto di riferimento stabile per il cambiamento.

Momenti di crisi e di crescita

Non tutto è stato facile. In una delle prime riunioni vi sono state tensioni e resistenze. Le abbiamo affrontate e trasformate in energia propulsiva, vivendole come opportunità di rafforzare la coesione del team. Nonostante momenti di stallo, il percorso ha portato grandi progressi: Andrea ha iniziato a prendere più iniziativa, Marco ha smesso di procrastinare e Antonio ha imparato a delegare e fidarsi.

La trasformazione finale

Dopo un anno e mezzo e oltre 50 sessioni di coaching, individuali e di team, si è creato un nuovo equilibrio. La comunicazione è migliorata, le decisioni sono diventate più strutturate e i giovani hanno acquisito maggiore autonomia. Il percorso non ha risolto tutti i problemi, ma ha dato loro gli strumenti per affrontarli in modo più efficace.

Lezioni apprese

Questa esperienza testimonia che il coaching non è solo un metodo, ma una lente attraverso cui le persone possono vedere la loro realtà in modo nuovo, e che il cambiamento è possibile solo quando c’è una reale volontà di mettersi in gioco. E nelle aziende familiari, spesso, la sfida più grande non è solo organizzativa, ma profondamente emotiva.

Il mio viaggio con l’azienda Toscani è stato un percorso di crescita reciproca. Io ho aiutato loro a evolvere come persone e come team, loro mi hanno insegnato il valore della pazienza, dell’ascolto e della resilienza. E, alla fine, il più grande successo è stato vedere in loro la consapevolezza che il futuro dell’azienda è nelle loro mani.